CHAKRA E MEDITAZIONE
Il termine Chakra deriva dallo sanscrito e il suo significato è ruota, ma anche vortice o plesso. Rappresentano punti energetici collocati in varie zone del corpo e si possono suddividere in primari e secondari. Ogni chakra ha un suo nome e un suo “significato” e a seconda della zona di riferimento possiedono “qualità” prestabilite in associazione anche a caratteristiche comportamentali.
È importante sapere che si parla spesso di chakra aperti e chiusi, in realtà non vi può essere una vera e propria chiusura dello stesso, per cui , personalmente , preferisco parlare di “potenza o allenamento” del chakra in questione.
Girando su internet vedremo che esistono variegate fonti di riferimento per far fronte all’argomento, un luogo che ho trovato stimolante e attivo è il sito http://eleonico.altervista.org/ dove esistono esercizi di riferimento sia per l’apertura che per l’eventuale potenziamento di questi centri energetici. Spesso e volentieri nelle ricerche ho notato che vengono ben descritti i collegamenti di questi chakra alle caratteristiche comportamentali, ma altrettanto spesso ho denotato che non vi sono spiegazioni proprio su come, eventualmente, “potenziare” gli stessi, o ancora come questi potessero essere in qualche modo “avvertiti”.
È proprio la meditazione, la pratica di concentrazione della mente su uno o più oggetti, immagini, pensieri (o talvolta su nessun oggetto) a scopo religioso, spirituale , filosofico o semplicemente di miglioramento delle proprie condizioni psicofisiche, che in questo caso ci viene in aiuto. Classicamente, durante la meditazione o l’esercitazione per i chakra, l’energia viene percepita attraverso calore, vibrazione, formicolio, questo varia, comunque , da persona a persona.
Attraverso studi si è potuto effettivamente appurare che la pratica della meditazione apporta benefici psico-fisici all’uomo, io stessa ne vedo i risultati, bastano anche solo 10 minuti al giorno per risentire degli aspetti positivi dell’azione meditativa. Ci tengo , comunque, a sottolineare che dovrebbe essere una pratica costante, in quanto, soprattutto all’inizio, saltare quei pochi attimi porterebbe ad annullare i benefici ottenuti con quelle precedenti.
Tra i primari possiamo ritrovarne 7, ad ognuno di essi è legata una zona e un colore. Possiamo partire alla base della colonna vertebrale , tra la zona genitale e l’ano , per intenderci, e risaliremo seguendo la colonna stessa fino alla sommità del capo , con l’ultimo ma più “potente” chakra.
Il primo chakra prende il nome di Muladhara, e rappresenta il chakra della radice, a questo viene associato il colore rosso. Viene rappresentato da un fiore di loto a 4 petali. Sarebbe collegato a reni e ghiandole surrenali. Le sue funzioni fisiologiche riguarderebbero la produzione del sangue e delle ossa e le attività riproduttive. Perdite materiali chiuderebbero questo chakra. Da lui arriverebbe una “energia terrestre” e la sua chiusura produrrebbe la sensazione che “manchi la terra sotto i piedi”.
La sua funzione principale sarebbe legata al corpo materiale, all’istinto di sopravvivenza e produrrebbe un senso di armonia fisica e mentale in rapporto alla natura, soddisfacendo i bisogni primordiali. Il suo allineamento è verso l’alto, andrebbe visto come un triangolo il cui vertice va appunto verso l’alto.
Qui potrete trovare l’esercizio pratico con cui poter “attivare” il vostro primo chakra : http://eleonico.altervista.org/index.php?/topic/192-come-aprire-il-1%C2%B0-chakra/ e girando per la sezione, anche quelli in riferimento agli altri, sia primari che secondari.
Il secondo chakra , viene chiamato Swadhistana, associato al colore arancione, si situa sul ventre ed è il chakra del centro pelvico. Controllerebbe l’apparato riproduttore, le gonadi, le ovaie, l’utero, la vescica, la prostata. Grazie ad esso l’uomo e la donna godrebbero ed offrirebbero piacere sessuale. È descritto come un centro molto energetico. Rappresentato dal fiore di loto a 6 petali è legato al mondo materiale, al piacere fisico, alla gioia di vivere, al desiderio. Un suo cattivo funzionamento deriverebbe da conflitti nella sfera sessuale, come tradimenti, abusi, litigi.
Il Manipura, o plesso solare, è il nostro terzo chakra. Simboleggiato da un fiore di loto a 10 petali è situato appena sotto il diaframma. Viene associato al benessere individuale e collettivo, all’accettazione del prossimo, alla forza di volontà individuale. Sarebbe legato allo stomaco, all’intestino, al fegato, alla colecisti, alla milza, al pancreas. Si bloccherebbe a causa di grandi spaventi (con contrazione dello stomaco) o per reazione a situazioni o persone che non vengono accettate e tale blocco provocherebbe incapacità di rimanere calmi, scoppi d’ira, iperattività, disturbi di origine nervosa.
Anahata è il chakra del cuore, situato a livello del plesso cardiaco, dietro lo sterno, è rappresentato dal colore verde e il suo fiore di loto è costituito da 12 petali. Lo sviluppo non corretto o il blocco del chakra del cuore causerebbero sentimenti d’insicurezza. Da questo chakra centrale dipenderebbero tutti gli altri. Sarebbe la sede dello Spirito, la fonte della forza onnipotente,viene associato ad una personalità sana e dinamica, piena di amore e compassione e all’amore per la famiglia. Si chiuderebbe in caso di conflitti in famiglia, abbandono, perdita di un caro. Tale chiusura si ripercuoterebbe col tempo su cuore e polmoni e causerebbe polmoniti, asma, malattie cardiache.
Il quinto chakra, quello della gola, è chiamato Vishudda, dal colore blu è situato nell’incavo della gola per la donna, e a livello del pomo di adamo per l’uomo. Il suo fiore di loto è costituito da 16 petali, sarebbe responsabile del funzionamento del collo, della lingua, della nuca, della bocca, delle orecchie, del naso, dei denti. Attraverso esso si attuerebbe la comunicazione con gli altri, A livello fisiologico, controllerebbe il funzionamento della tiroide. Con il chakra aperto la persona comunicherebbe con voce chiara e ferma, mentre si chiuderebbe quando viene bloccata l’espressione della propria personalità e quando c’è insoddisfazione per il proprio lavoro o per i propri studi. La chiusura causerebbe mancanza di voce, torcicollo e malattie della gola e della tiroide. Quando aperto permetterebbe di comunicare in modo chiaro, persuasivo e convincente.
Ajna, è il terzo occhio, Questo centro nel corpo fisico è rappresentato dall’incrocio dei due nervi ottici nel nostro cervello (il “chiasmo ottico”) e controllerebbe il funzionamento della ghiandola pituitaria e gli occhi. Un affaticamento eccessivo della vista nuocerebbe a questo chakra che sarebbe anche danneggiato dai cattivi pensieri. Permetterebbe di pensare al futuro, creare progetti, di sviluppare percezioni extrasensoriali come la capacità di vedere senza l’uso del senso della vista, di raggiungere stati mistici, di percepire l’ Aura (un campo che circonderebbe le persone). Permetterebbe, inoltre, di viaggiare nel cosiddetto “piano astrale”. Il chakra si chiuderebbe in caso di delusioni per la mancata realizzazione di un progetto di vita. Gli squilibri si manifesterebbero attraverso incubi, fenomeni psichici incontrollati o sgradevoli, mancanza completa di sogni, confusione mentale e con malattie collegate alla vista e mal di testa frontale. Il fiore di loto presenta due petali ed è di colore indaco o viola.
L’ultimo chakra, tra i primari, è quello della corona, Sahasrara. Sarebbe situato nella ghiandola pineale e costituito dalla riunione dei sei chakra. Prima della realizzazione del sé questo centro è chiuso dall’ego e dal superego. Illuminato dal risveglio della kundalini, diventerebbe simile a un fascio di fiamme dai sette colori che si integrano creando infine una fiamma di colore cristallo chiaro. Ciò corrisponderebbe alla libertà assoluta, alla gioia dello spirito, alla serenità, alla relazione tra la coscienza dell’individuo e quella dell’universo. Questo chakra si chiuderebbe in caso di “quasi svenimento” per evitare la perdita di coscienza e la fuoriuscita dell’anima. Nei mille petali del loto sono contenute tutte le lettere dell’alfabeto sanscrito. È di colore bianco ed è orientato verticalmente con il relativo imbuto che punta verso il cielo.
Come detto in precedenza, oltre ai sette chakra primari, abbiamo anche alcuni chakra secondari, ne esistono 21 e sono importantissimi nella distribuzione dell’energia al corpo. Fra di essi assumono una particolare importanza, a livello terapeutico, quelli posizionati nel centro dei palmi delle mani e quelli sotto i piedi, che garantiscono un buon radicamento per chiunque sia impegnato in un qualsiasi trattamento che metta in movimento le energie sottili.
in collaborazione con il blog http://distesedipizzo.blogspot.it/